giovedì 31 gennaio 2008

Free rice!?

Che aspetti? Clicca sull'immagine a destra e comincia subito a darti da fare...
Gioca per aiutare a sconfiggere la fame nel mondo... e intanto migliora il tuo inglese.
Per ogni parola indovinata verranno donati 20 grani di riso a sostegno del World Food Programme dell'ONU.

martedì 29 gennaio 2008

L’arrosto del vegetariano


Per me il rosmarino ha un odore buonissimo, che caratterizza in modo unico il cibo e mi riporta all’infanzia. Alla domenica a casa mia (cascasse il mondo) si mangiava sempre arrosto di pollo o di coniglio. Sempre.

Pigrizia della cuoca? No, in effetti era dispotismo alimentare del capo famiglia. Già verso le dieci l’aroma del rosmarino girava per casa e non mi dava tregua… pollo e coniglio mi piacevano molto, ma a solleticare le mie narici era la natura pastosa che il triangolo aglio, rosmarino e patate produceva. Sì, perché la carne che arrostisce ha un odore affilato, rapidissimo nel percorso al cervello; le patate arrosto sprigionano invece un odore dotato di tentacoli, che tendono a prendere la residenza non appena si introducono nelle narici.

Da venti anni sono vegetariana. Da due non mangio latticini. Saltuariamente mangio uova. Ogni tanto gioco al piccolo macrobiotico. Ma come si fa a rinunciare alle patate? La mia parte irlandese insorge (ops… io non ho parti irlandesi): la patata è la madre di tutte le mie consolazioni gastronomiche. Forse potrei mangiarle anche crude (uhm…), di sicuro arrosto sono spettacolari!

Tornando a casa dal lavoro oggi ho capito che avrei avuto consolazione: la genitrice onnivora ha sfrattato tutte le patate che avevamo… quindi io ho avuto la mia bella porzione di arrosto del vegetariano!

Ingredienti:

patate

(in teoria ci sono quelle adatte… io avevo quelle della biocesta, provenienza Trentino)

rosmarino

(autoctono, fuori dall’ingresso di casa, subito a destra di fianco al pioppo)

olio all’aglio

(tanti spicchi d’aglio messi in infusione in olio extra vergine d’oliva, usato alla bisogna)

acqua

sale

Pelare le patate, lavarle e tagliarle a pezzi non troppo uniformi. In una grossa padella (la mia anti aderente) mettere le patate in un unico strato, rosmarino (io lo lascio intero) e un dito di acqua. Coprire e cuocere per dieci minuti a fuoco medio basso. Scoperchiare e forare le patate con una forchetta per sentire se sono morbide. Aggiungere l’olio extra vergine e il sale: alzare la fiamma e rimestare spesso o spadellare (se i bordi reggono!). Quando almeno un lato delle patate è dorato e il rosmarino è secco sono pronte

sabato 26 gennaio 2008

Miso



Miso è un mio vicino di casa, silenzioso, con un cespuglio di capelli cotonabili e lo sguardo basso.
In questo post però non vorrei dilungarmi su di lui, bensì fare riferimento al miso che ho corteggiato per anni, comprato spesso e immancabilmente buttato dopo lustri di oblio refrigerato, fino a due mesi fa... a furia di leggere post su vari blog ho deciso di tentare un ulteriore approccio e l'ho comprato online insieme ad altri prodotti.
Ora non posso più farne a meno! Mi piace tanto e mi ha convertito al rito serotino della minestrina.
Online si trovano millanta
ricette, in ogni favella, con il miso come ingrediente basilare.
Io che non sono cocinera e
copio per ogni dove, indico qui di seguito il mio modello di base...

Ingredienti per una persona:

250 ml acqua (o l'equivalente di una tazza grande da tè)
2 cm di alga wakame
mezza carota (una se piccola)
mezza cipolla piccola (o un
cipollotto fresco)
qualche foglia o pezzo di verdura verde (tipo spinaci o cavolo o broccolo)

un fungo shitake
zenzero
1/2 cucchiaino di preparato per brodo (dado, casalingo o meno)
1 cucchiaino di miso (hatcho miso)

Mettere in ammollo l'alga in poca acqua per dieci minuti. Tagliare le verdure come più aggrada: i frettolosi usino pure qualche aggeggio meccanico tipo ghigliottina, i riflessivi ne approfittino per trastullarsi in una meditazione armata creando fiori con le carote, mezze lune con la cipolla e così via.

Scaldare l'acqua aggiungendo subito alga, dado e verdura dura. Portare a bollore e far sobbollire aggiungendo le verdure più tenere dopo qualche minuto (dipende da quanto ci avete dato dentro di coltello). Lo zenzero andrebbe grattugiato, raccogliendone la frazione liquida da aggiungere a questo punto (io lo metto a fettine, che mangerò solo se sarò in vena).
Ora si recuperano alcuni cucchiai di liquido dentro ai quali si fa sciogliere il miso.
Spegnere la zuppa, aggiungere l'emulsione di miso e brodo e mescolare.
Lasciar sudare a fuoco spento per un minuto.
E' fatta!

Si tratta di un liquido, in teoria non è un pasto, ma lo accompagna: io spesso ne faccio un pasto unico con l'aggiunta di pastina o cereali cotti (prima).


Tre colombe in testa...

La via del rifugio mi è sempre piaciuta per quella nota amara, supina e sonnolenta: il registro espressivo cambia in continuazione, ma prevale l'ironia che danza fra le quartine... certo è che stesi sul trifoglio non sempre si hanno visioni positive della vita (magari sarà colpa dell'umidità).
Le tre colombe in testa spezzano il mio caos mentale e, con un atto arbitrario (che nulla ha a che vedere con l'analisi di una poesia), creano ordine improvviso nella nebulosa e mi viene da sorridere... trovo un nome per questa cosa e comincio a scrivere, senza sapere se, almeno per una volta, sarò capace di perseverare!