mercoledì 30 aprile 2008

Farro spezzato con fave, pomodoro Pachino e olive taggiasche


Ciò che contribuisce al buon esito di tutte le attese, mi piace e mi compiaccio di trovare, ogni tanto, accostamenti casualmente soddisfacenti.
Ieri ho comprato troppa roba, parte della quale necessita di essere stipata nel congelatore per non finire direttamente in compostiera. Il congelatore è il piccolissimo freezer posto sopra al frigo. Sempre pieno. Ho dovuto scongelare le fave che avevo imboscato appena una settimana fa...




Ingredienti:
1/2 bicchiere di farro spezzato
un bicchiere di fave fresche (o surgelate...)
cinque pomodorini di Pachino
tre o quattro olive taggiasche
1/2 cipolla bianca tagliata come per il soffritto
acqua q.b.
sale e pepe q.b.
olio extravergine d'oliva q.b.
aceto balsamico di Modena
due foglie di alloro secco
poco prezzemolo tritato





Procedimento: pelare e tritare la cipolla e metterla a soffriggere con pochissimo olio, aggiungere le fave, salare leggermente, pepare, aggiungere un mestolino d'acqua e portare a cottura a fuoco lieve (a me ci sono voluti circa dodici minuti). Cuocere il farro in acqua salata bollente per sette minuti (ho aggiunto le foglie di alloro per aromatizzare). Scolare attentamente. Ungere leggermente uno stampino/tazzina/della forma voluta e riempire bene col farro e far intiepidire. Tagliare i pomodorini in quarti e condire con olive, olio e aceto balsamico.
Capovolgere la tazzina con il farro sul piatto, aggiungere poco prezzemolo, impiattare anche pomodorini e fave.
Dopo la seduta dal fotografo ho mescolato ottenendo una insalata tiepida della quale ho ancora in mente il sapore... per la ricetta delle fave devo ringraziare la suocera pugliese di mia cugina... alla quale ho telefonato attaccando bottone come la peggiore delle comari!

martedì 29 aprile 2008

Ode al perito...

ODE AL PERITO
"T'aspetto...
come lo Scuropasso,
il Malone e il Sangone,
l'Agogna, il Grana del Monferrato,
l'Orco e mill'altri attende
il grande fiume impetrato."






(ANSIA)- IT, 28 Aprile - Ieri alle quattordici e trentacinque Claud ha ricevuto un inatteso regalo di compleanno... è arrivato a novanta all'ora e si è fermato sull'angolo posteriore destro dell'auto (ho un frisée di nervi che mi brulica fra le scapole). Quasi illesi i passeggeri, offesa l'auto, vibrante la conducente.



Ho ragione io: dopo i diciotto non vale più la pena festeggiare il compleanno...



Sono certa che, in barba alle mie più nere previsioni:
verrà (presto) il perito ed io riavrò l'auto...
(la foto viene da internet, non ricordo dove l'ho presa, ma la trovo azzeccata)

sabato 26 aprile 2008

Autointortamento e sensi di colpa per via del caro prezzi sui cereali (alla Wal Mart riso razionato?!)

Nel corso del mese ho postato diverse ricette il cui ingrediente principale era il riso. Riso oggi e riso domani devo aver determinato un aumento della domanda (sono o non sono una opinion leader?), quindi un conseguente aumento dei prezzi! Sono afflitta.
Anche perché la mia ultima rutilante ossessione gastronomica sono le torte salate con impasto di semola. Sento il dovere di mettere le mani avanti e declino ogni responsabilità circa eventuali rincari della semola di grano duro...
Ingredienti:
Pasta...
... ben 300 grammi di semola di grano duro
... circa 1,5 decilitri di acqua tiepida
... un cucchiaio di doppio concentrato di pomodoro
... un cucchiaio di erbe aromatiche secche (timo, santoreggia, rosmarino, prezzemolo, maggiorana) o fresche secondo il gusto
... un cucchiaino di sale
... quattro cucchiai di olio extravergine d'oliva
Ripieno...
tre carciofi a fettine trifolati con aglio e prezzemolo
un peperone giallo crudo a fettine
funghi champignon trifolati con prezzemolo e aglio
Per l'impasto si procede nel solito modo... lavorare gli ingredienti per una decina di minuti aggiungendo acqua o farina se necessario (ieri sera la semola era idrofoba!).
NB: nell'acqua ho sciolto il concentrato di pomodoro e alla farina ho mescolato le erbe aromatiche. Tanto per cambiare...
ERRORE: ho messo i peperoni crudi... che avranno mai fatto? Cuocendo hanno rilasciato molta acqua (va bene, me la sono voluta
  1. non sono di stagione
  2. ergo contengono più acqua che altro
  3. devo smetterla di accoppiare le verdure per ragioni cromatiche... mica sono vestiti...
ma ammetto le mie colpe e mi prendo i meriti, perché dopo i canonici quaranta minuti di cottura, grazie ad un imprevista falla laterale che ha permesso la fuoriuscita e la evaporazione del liquido in eccesso, il risultato è stato accettabile e gradevole). Sapore e colore sono fantastici, astenersi idiosincratici verso i peperoni (nettamente prevaricanti).

venerdì 25 aprile 2008

Penne con carciofi, prezzemolo e pinoli


Gli ingredienti sono quasi tutti dichiarati nel titolo del post: mancano all'appello uno spicchio di aglio, due cucchiai di pane grattato, il sale e l'olio.
Adoro i carciofi. Mi piacciono proprio in modo spropositato. Anche crudi. Quelli usati per la ricetta di oggi sono carciofi con le brattee di colore violetto (forse parenti di quelli di Castellammare presidio Slow Food, a loro volta sottotipo del romanesco... oppure cugini di quelli di Sant'Erasmo o di Chioggia; ma potrebbero anche essere catanesi o provenire da Albenga... ah, come sono affascinanti le storie di parenti!).
Dopo aver pulito quattro carciofi (solo uno lo uso per questa ricetta, gli altri vanno con altri ingredienti a riempire una torta salata domani!) li taglio a listarelle sottili (anche i gambi) e li butto in padella dove ho fatto rosolare olio e aglio (tolto). Cuocio a fuoco vivace per alcuni minuti salando leggermente, poi aggiungo due mestoli di acqua calda, metto il coperchio, abbasso la fiamma al minimo e lascio cuocere dieci minuti. Nell'acqua calda butto le penne. Tolto il coperchio alla padella dei carciofi cui aggiungo il prezzemolo (tolgo tre quarti dei carciofi che tengo per la torta di domani), il pangrattato e i pinoli (eventualmente altro olio) e alzo la fiamma per far colorire il tutto. Al fine di ammollicare ben bene le penne le ho poi fatte saltare in padella alcuni minuti.

PS: La Festa della Liberazione... per me è...
  • il giorno della memoria per antonomasia e occasione di riflessioni su quali divisioni, ideologie e cantonate siano alla base della nostra imperfetta, immatura e dissonante democrazia (L'Italia è una repubblica democratica […] )
  • giorno in cui mi sento vicina ai popoli oppressi da regimi militari, da falsi profeti della libertà sulla Terra attraverso la prevaricazione nel nome di qualunque sia il Dio-giusto che li guida, da falsi liberatori-da-veri-oppressori guidati da interessi economici ormai ridicolmente manifesti e anche all'ottanta percento degli abitanti del pianeta che possono utilizzare solo il venti percento di quanto prodotto/disponibile... perché l'altro venti percento oramai s'è abituato ad un certo standard di vita... al di sotto del quale si sente depresso, insoddisfatto, inutile
  • occasione per rileggere Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio

martedì 22 aprile 2008

Della serie... i pasticci che riescono benissimo: torta salata con cavolo rosso alla siciliana

Cambiano i costumi. Da vent'anni a questa parte un movimento di micro-globalizzazione provinciale sta rivoluzionando i costumi alimentari dei cittadini emiliani: ora si mangia l'erbazzone anche a colazione. Lo vendono nei bar (ma mica sempre vale la pena) e i fornai si sbizzarriscono con millanta nuove versioni più o meno light, ripiene di ogni creatura del fulgido mondo creato, si narra, da Domeneddio. Nessuna però è alla mia portata! Lardo e Parmigiano Reggiano non insaccano più le mie budella (frase pulp, me ne scuso, contiene anche una bugia, di fatto: se mia zia Caterina facesse ancora una volta i fritloch, dimenticherei la mia intolleranza...). Nessuna delle creature in commercio (edibile) è alla mia portata. Per questa ragione ho letto per mesi ricette di ogni tipo alla disperata ricerca di un impasto che surrogasse dignitosamente la pasta dell'erbazzone... e l'ho trovata! Mescolo con gratitudine due ricette (qui e qui, grazie ad entrambe per l'idea) ed ecco la mia prima torta salata per la quale non arricchirò la Buit**i! Se ne faranno una ragione!



Ingredienti
Pasta:
...300 grammi di semola di grano duro
...quattro cucchiai di olio extravergine di oliva
...acqua due decilitri
...due cucchiaini di sale rosa






Ripieno:
...un chilo di cavolo rosso tagliato finemente
...venti olive verdi
...un cucchiaio di capperi dissalati
...un cucchiaio di olio extravergine di oliva
...due bicchieri di acqua calda (o brodo vegetale)



Procedimento
:
impastare gli ingredienti della pasta con un qualsiasi aggeggio meccanico (a mano è da matti!). Ci vogliono parecchi minuti prima che si formi l'impasto e la palla omogenea. Mettere al riposo per mezz'ora (dentro un sacchettino di plastica è meglio). Intanto cuocere il cavolo bagnando con il brodo di tanto in tanto e aggiungere olive a rondelle e capperi sminuzzati a cinque minuti dalla cottura (dipende dal cavolo e dai gusti: quindici o venti minuti in tutto).
Tirare due sfoglie con il mattarello (una più piccola, la misura dipende dallo stampo e da quanto croccante volete la pasta una volta cotta, il mio era un trenta centimetri circa, perché mi piace secca) di diametro leggermente differente: con quella più grande foderate lo stampo (carta da forno o pochissimo olio), versate il cavolo, chiudere con la seconda sfoglia e chiudere il bordo pizzicando la pasta a mo' di tortiglione. Bucherellate la superficie e inumiditela con una emulsione di olio e acqua (1 parte di olio e quattro di acqua). Cuocere in forno preriscaldato a 180°C per trenta/quaranta minuti.



(ALTRO DA DICHIARARE?!)
BUONA LA LIEVITAZIONE, COTTURA DISTRATTA...
Patisco la seduzione della lievitazione: guardo la torta nel forno, vorrei provare il soda bread, vigilo gli impasti sotto il canovaccio umido... non ho una grandissima esperienza: diciamo che mi applico.
Lunedì ho impastato e fatto lievitare 600 grammi di farina di farro seguendo alla lettere questa ricetta (semi a parte e lievito di birra grammi sei al posto della pasta madre), ma ho cotto distrattamente e il risultato è un pane molto morbido, ma poco cotto un dieci minuti meno del necessario... posso farlo a fette e tostarlo?!

domenica 20 aprile 2008

Insalata di Cannellini

In due dei blog (qui e qui) che leggo più spesso ho trovato di recente ricette con fagioli. Fa ancora un po' troppo poco caldo per me e, in linea di massima, le verdure crude non mi fanno ancora voglia... quindi ho imbastito questa insalata che mescola cotto e crudo.

Ingredienti:

una scatolina di cannellini
(precotti... non potevo aspettare!)
una carota grattugiata
una manciata di rucola
un cipollotto Tropea
un gambo di sedano
due cucchiai di alghe hiziki
(vedi post precedente)
olio extravergine d'oliva
aceto balsamico


Svolgimento:
mescolare il tutto... non ho aggiunto sale, perché i fagioli in scatola sono salatissimi e le alghe sono cotte di acqua e salsa di soia.

giovedì 17 aprile 2008

Riso?! Sì, riso tailandese profumato

A capofitto, ma sulla superficie delle emozioni e degli eventi: io sono una superficiale profonda e vivo così tutte le novità. Intensamente. In modo totale. Finché dura. Fino a quando non mi stufo e passo oltre: baci e abbracci.
Ci sono però alcune costanti: il riso (seme commestibile di pianta erbacea annuale) e il riso (ridere), per esempio, che non mi bastano mai! Apprezzo le due cose insieme. Apprezzo anche la motivazione con la quale Lo mi fa omaggio di un premio


(ora Lo, non esageriamo con i premi, che poi mi monto la testa, inoltre è profondamente diseducativo premiare soltanto e tu lo sai meglio di me...) che accetto d'luntera (NDT, volentieri). Pensavo di passarlo ad alcune conoscenze recenti: mucca pazza per la sua sensibilità e estro creativo e briggis l'instancabile wanderer (viandante)...





























Offro a tutti un riso profumato e coloratissimo...
Ingredienti:
un bicchiere di riso bianco tailandese
acqua
un cucchiaio di curcuma
tre code di cipolla fresca (il verde)
due cucchiai di alghe hiziki
cavolo cappuccio
sale
salsa di soia
olio extravergine d'oliva
Svolgimento: ammollare le alghe per cinque minuti, poi cuocerle 10/15 minuti con acqua e poca salsa di soia. Affettare cipollotto e cavolo. Lavare il riso cambiando l'acqua tre volte, versare in una pentola e aggiungere acqua fino a superare di un dito il livello del riso: aggiungere la curcuma e cuocere a fuoco medio alto fino ad evaporazione del liquido; spegnere il fuoco e coprire, lasciando riposare cinque minuti. Mettere il riso in un piatto per far raffreddare. Mettere l'olio in padella, aggiungere il riso e il cavolo, salare e mescolare. Dopo qualche minuto aggiungere alghe e cipollotto e continuare a far saltare in padella mescolando con continuità. Buon appetito!

martedì 15 aprile 2008

L'orto di Geremia e il contorno di Unika

Noi lunatici (dentro) disfiamo il pensiero agendo nelle parole: talvolta è come se ci mancasse il ponte di collegamento fra pensiero e parole. Quando mastichiamo silenzi carichi di promesse o impastiamo le idee in discorsi fatti di frasi nominali, agiamo sotto l'influsso della Luna. Come i vegetali, le semine, le piogge e le gravidanze, anche noi risentiamo (più o meno colpevolmente) del suo moto eterno. Queste giornate assurde sono una vera geremiata: piove, piove e piove... perbacco! Giova ai radicchi pelosi e amari del babbo. E allora li mangiamo!

L'ORTO DI GEREMIA:

Per assecondare il genitore maschio, orgoglioso del tardo prodotto dello sparuto orto... lavare accuratamente i radicchi, 'che tanto piacciono ai molluschi gasteropodi, ch'io poco apprezzo.
Tagliare finemente, a mo' di tagliatella, e condire come più aggrada. Io uso olio extravergine, sale rosa e poco aceto balsamico (gentilmente fornito da amico acetaio).
Tendono a colonizzare gli interstizi dentali, ma sono talmente buoni che si può ben tribolare un poco.


IL CONTORNO DI UNIKA:

Ingredienti:
sei piccole patate bianche a buccia rossa
1/2 peperone rosso
1/2 peperone giallo
1/2 cucchiaio di olio extravergine d'oliva
due cucchiai di prezzemolo tritato
sale
acqua (eventualmente)
Svolgimento: pelare, lavare e tagliare a spicchi le patate. Lavare, pulire e tagliare i peperoni a listarelle larghe e lunghe quanto un dito. Scaldare l'olio e versare le patate in padella facendole andare a fuoco vivo per due o tre minuti, sempre mescolando. Aggiungere i peperoni, salare e far cuocere al coperto per circa dieci minuti a fuoco medio basso (scoperchiare spesso, mescolare e aggiungere qualche cucchiaio di acqua se dovesse asciugare troppo). Scoperchiare, alzare la fiamma e, mescolando sempre, portare a fine cottura aggiungendo il prezzemolo a fuoco spento. Sono buonissime!

sabato 12 aprile 2008

Faux petit pain aux raisins, purché siano girelle all'uvetta...


I dolci dolci non mi piacciono moltissimo, preferisco il cibo salato o al più insipido. Però ogni tanto mi piace mangiare qualcosa contenente uvetta (tipo panettone, sì... ma anche panuva). Cercando in giro, ho preso spunto da tre diversi blog per mettere insieme una sorta di faux petit pain aux raisins.
I miei ringraziamenti vanno dunque a Ery, Vera e Petula.

Ingredienti per dieci girelle:
150 grammi farina di frumento integrale
75 grammi farina Manitoba
tre cucchiai olio di mais
due cucchiai di malto di mais
un cucchiaino di lievito Mastro Fornaio
150 ml latte di soia non dolcificato tiepido
un pizzico di sale
un cucchiaino di buccia di limone bio grattugiato
tre cucchiai di uvetta (fatta rinvenire in tè nero)
tre cucchiai di marmellata senza zucchero
(le mie erano diverse ciliegie, mirtilli e prugne mirabelle)


Mescolare le due farine, il sale, lo zucchero, l’olio e il lievito: aggiungere il latte poco alla volta e lavorare energicamente (ho usato il solito sbattitore) per dieci minuti almeno. Formare una palla e mettere a lievitare nel forno spento per 1 ora, coperto con uno straccio umido. Successivamente impastare nuovamente e stendere la pasta con il matterello in un unico rettangolo (circa...) abbastanza sottile (0,5 cm) sul quale si spalma la marmellata e si distribuiscono le uvette. Arrotolare l’impasto su se stesso. Tagliare le girelle con un coltello affilato, non seghettato e adagiarle su una teglia rivestita di carta da forno e lasciar lievitare (coperte come prima) per altre 3 ore. Cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 15 minuti.




Attenzione a non lasciarle troppo in forno... l'uvetta passa a miglior vita! Risultato: poco dolci (meno male!), morbidissime e ben cotte (anche con il forno ventilato senza pentolino di acqua annesso e connesso).

venerdì 11 aprile 2008

Cannelloni con funghi e compagnia briscola


Sono emiliana. La pasta ripiena ce l'ho nel DNA (che difetta, invece, di alcune altre cazzabubbole necessarie). Quando ero latte-ovo-vegetariana me la cavavo a meraviglia: tortelli verdi, cappellacci di zucca, di patate, di radicchio... SOB... Secondo me intolleranze e allergie alimentari sono messaggi del corpo: il mio mi domanda, dopo venti anni di volontaria rinuncia a carne e pesce, di fare qualcosa di più. Poiché io oscillo come un pendolo fra uova-latticini-sì e uova-latticini-no, mi procura reazioni allergiche. OK. Niente formaggio, posso farcela: i cinesi lo fanno da secoli! Le uova invece capitano ancora nel mio piatto. Saltuariamente, soprattutto quando vado ospite...
Ingredienti:
quattro sfoglie di semola sottilissime (ottenibili con o senza uovo)
due pugni di funghi secchi misti (ammollati trenta minuti)
olio extravergine d'oliva all'aglio (home-made infusion)
un panetto di tofu
una zucchina (tagliata a julienne corte)
tre cucchiai di pesto alla genovese senza formaggio (preso al Con*d)
acqua QB
pane grattugiato

SFOGLIA vegan: ricetta presa qui (ne avanza, l'ho congelata) fatta con un bicchiere di semola, mezzo di acqua, poco olio extravergine (niente sale!). Per questa ricetta ho tirato 4 rettangoli 15x20 circa, con la macchina per la pasta... a manovella.

RIPIENO: Cuocere i funghi con poco olio aromatizzato all'aglio, il sale e l'acqua di ammollo (filtrata, c'ans saa mai!) per almeno trenta minuti. Aggiungere il tofu a pezzetti e far insaporire (assaggiare per valutare il livello di sapidità) per una decina di minuti. Frullare gli ingredienti fino ad ottenere una crema densa.

FOOTER&HEADER (compagnia briscola): Niente besciamella. Mescolare zucchine, pesto e poco sale (se serve).

ASSEMBLAGGIO: accendere il forno a 200°C, stendere uno strato di zucchine marinate al pesto. Cuocere la sfoglia per pochissimo tempo (un minuto, mi piace soda) in acqua bollente. Stendere due cucchiai di crema ai funghi a due dita dal bordo della sfoglia e arrotolare fino a metà del rettangolo, poi fare la stessa cosa da lato opposto (due cannelloni in un solo colpo!) e procedere così fino ad esaurimento della crema. Adagiare i cannelloni sul letto di zucchine (in teglia!) e ricoprire con le rimanenti zucchine e pane grattugiato.

COTTURA: venticinque minuti, gli ultimi con gratin acceso.

giovedì 10 aprile 2008

Insalata di cous cous

Quando ancora frequentavo assiduamente l'Essel***a, rimanevo interi minuti davanti al piccolo scaffale con i prodotti del commercio equo e solidale (Altromercato). Fra i tanti mi è rimasto nel cuore il Cous Cous maftoul integrale, di grana grossa (rispetto a quello precotto di semola raffinata). Ieri sera l'ho ripescato dalla dispensa...
Ingredienti:
1/2 bicchiere di cous cous
mezzo bicchiere di acqua bollente
poca curcuma
poco cumino
un pomodoro secco
un cipollotto fresco
tre cucchiai di cicerchie lessate
alcune foglie di sedano
un gambo di sedano a tocchetti
due foglie di radicchio spezzettate
sale
olio extravergine d'oliva
Svolgimento: mettere l'acqua a bollire con le spezie, il cipollotto tagliato a fettine, il pomodoro secco a pezzettini e poco sale. Nel frattempo mettere il cous cous in un piatto fondo (o insalatiera). Quando l'acqua arriva a bollore versarla sulla semola e coprire con pellicola trasparente. Lasciar gonfiare per 10/15 minuti. Mescolare sedano, radicchio e foglie di sedano cui vanno aggiunti sale e olio. Sgranare il cous cous con una forchetta e far raffreddare. Aggiungere la verdura cruda, mescolare e aggiungere un poco di olio.

mercoledì 9 aprile 2008

Pane del libero pensatore e cibo della consolazione

Io penso.
Penso. Ehm... Autonomamente.
Però poi trovo ricette su altri blog e cambio idea... volevo andare a comprare il pane, sabato, invece l'ho fatto! Non sono ancora pronta per il pane in cassetta... nemmeno per le brioches all'uvetta (se conoscete una ricetta senza latticini suggerite!)... però sto elaborando un cous-cous!

Ingredienti:
250 gr di manitoba
150 gr di farina di farro integrale
100 gr di fiocchi d'avena piccoli
3 cucchiai di miglio
5 gr di lievito secco (mastro fornaio, sz "ammollo")
1 cucchiaio di malto di mais
300/350 gr di acqua tiepida
1 cucchiaino di sale fino
1 cucchiaio di olio extravergine

Spiegazione: mescolare le due farina e fiocchi d'avena, aggiungere sale e mescolare. Aggiungere lievito, olio e malto. Aggiungere l'acqua poco alla volta e lavorare (io uso un rudimentale sbattitore/impastatore utilissimo all'uopo) per 8/10 minuti (se non fonde lo sbattitore...). Fare una palla con l'impasto, inciderla a croce e mettere a lievitare coperta con pellicola alimentare per quattro ore. Riprendere l'impasto e aggiungere il miglio, impastare di nuovo velocemente con la tecnica "vieni qui-vai via" che si usa anche per la sfoglia all'uovo. Rimettere a lievitare in luogo caldo fino a quando non raddoppia di volume.
Cuocere in forno preriscaldato a 200°C per 40 minuti (mettere in forno anche un pentolino con acqua, che manterrà umido l'ambiente: il mio forno è ventilato... l'acqua aiuta!).
Si tratta di un pane rustico con una crosta di spessore (cronch-cronch).

CIBO DELLA CONSOLAZIONE
(meme epidemico al quale mi invita una gallina divertente)
Non sono molto brava a parlare di consolazione (nemmeno poi tanto a parlare di cibo, ma mi diverto!), però ho le idee chiare al riguardo:
  1. Patatine fritte... (Thanatos e Ifestus) quando ero piccola nascondevo la passione dietro all'alibi delle sorpresine contenute nel sacchetto... e delle sorprese non mi importava nulla... ora le mangio quando ho mal di testa, quando non ho voglia di cucinare, quando sono tristissima e quando sono tanto allegra, quando ho paura e quando tutto mi sembra insignificante
  2. Riso integrale... (Eros e Cronos) è il contrappunto ideale alla trasgressione e rappresenta la regola. Il riso per me è programmazione e cura (va messo in ammollo, cotto a lungo), mi aiuta a dare un senso allo scorrere del tempo... ad avere pazienza
  3. ... la purezza, il pensiero... ho smesso di bere latte subito dopo lo svezzamento... il tè è stato la mia balia, il mio liquido consolatore. Non è un alimento, ma per me lo è: niente mi regala maggiore serenità, calma e lucidità di propositi.
Un nonnulla ci consola, perché un nonnulla basta ad affliggerci... non ricordo le parole esatte, ma ricordo che l'autore è Blaise Pascal. Il cerchio si chiude: ho iniziato il post affermando che penso (scelgo e, ogni tanto, panifico) e lo chiudo con il mio tris della consolazione.
Passo questo meme a una persona unica...

lunedì 7 aprile 2008

Quinoa al limone con insalata di barbabietole e carote + succedanei di peccati di gola

Questa sera trattamento super.
A dire il vero meriterei un sacchetto di patatine fritte. Possibilmente buone: sì, perché mica tutte valgono la steatosi microvescicolare. Oggi qui tirava un vento da far paura, c'era un bellissimo cielo terso e caldo come a Maggio inoltrato. Domani, pare, pioverà. Tutta questa variabilità stagionale (anche se solo minacciata) mi fa sentire come un organismo unicellulare invitato ad un rave party.
Ho programmato quindi una cena vera, nutrizionalmente quasi completa. Nel piatto...
Quinoa aromatizzato al limone, Insalata di barbabietole rosse e carote (ispirata da questo blog)... lupini e olive di Cerignola.
Olive e lupini erano l'uno l'opposto dell'altro: salate da matti le tre Belle di Cerignola, insipidi come acqua di sorgente i lupini.


Quinoa*** aromatizzato al limone
Ingredienti:
1/2 bicchiere di quinoa
1 bicchiere di acqua
sale q.b.
1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino di scorza di limone - biologico - grattugiata
1 cucchiaio di succo di limone

Preparazione: lavare molto bene la quinoa (cambiare acqua tre volte almeno, per eliminare la saponina sostanza amara che riveste i semi: NB... non è mica un cereale!! Appartiene alla stessa famiglia degli spinaci) quindi cuocere per 10/15 minuti. Deve gonfiarsi bene, ma rimanere croccante. Grattugiare la buccia del limone, spremere il succo ed emulsionare entrambi con l'olio e un poco di sale. A fine cottura della quinoa mescolare il tutto.
***Non contiene glutine, è ricco di minerali quali ferro, fosforo, potassio e manganese, di aminoacidi essenziali e proteine!

Insalata di barbabietole rosse e carote
Ingredienti:
1 grossa carota grattugiata
2 piccole rape rosse (crude) grattugiate
poche alghe arame (ammollate 10 minuti, poi cotte nella stessa acqua fino ad assorbimento completo)
un cucchiaio gomasio al timo
tabasco vegan (poche gocce)
due cucchiaini di olio extravergine di oliva

Spiegazione: ammollare e cuocere le arame, grattugiare carota e rape (che fatica!!) e condire il tutto con olio, tabasco e gomasio. Mescolare e lasciar marinare alcuni minuti.

: nero cinese agli agrumi.

sabato 5 aprile 2008

Polpette (ricollocamento mirato avanzi!?)

Sì. Oggi si inaugura una nuova etichetta: avanzi. Le misure ed io siamo gemelle separate alla nascita. La mia unità di misura preferita fa parte del sistema spannometrico e si chiama tot (detto anche circa). Per questa ragione ho una vera idolatria per le bilance, il metro da sarta e le persone precise. Quando cucino, spesso, esagero quel poco che basta ad avere troppo poco di ogni e nessuna prospettiva di pasto replicato il giorno dopo, perché ciò che avanza è un meno-di-poco (unità sel sistema sopra citato, visibile a occhio nudo, misurabile di cucchiai da tavola) di ogni. Buttare, però è terribile.
Ieri mi sono dunque ritrovata con:di riscaldare il riso, nemmeno a parlarne... e la verdura mi piace solo appena fatta (ma va?!).
Quindi ho tirato fuori l'estro sopito e, memore delle incredibili polpette dei tempi dell'asilo, ho frullato il riso (senza alcuna aggiunta), frullato la verdura e mescolato i due prodotti in attesa di illuminazione. Ci mancava qualcosa... ho pensato ai semi oleosi che possiedo e uso meno di quanto dovrei. Essi sono ricchi sostanze nutritive importantissime per chiunque: non ultimi i più che di moda omega-vari. Ho mescolato semi di girasole, di zucca, di sesamo e di lino con poco sale ed li ho aggiunti ad una miscela di farina per polenta e pane in parti uguali.
Con l'aiuto di due cucchiai ho fatto delle polpette oblunghe che ho poi impanato. Non è stato necessario l'utilizzo di uovo o altro aggregante. Ho messo le polpette in una teglia leggermente unta di olio extravergine d'oliva (che ho spruzzato anche sulle polpette), poi le ho cotte in forno preriscaldato a 200 ° C per 40 minuti (girandole una volta). Ovviamente ho mangiato anche la guarnizione del piatto (radicchio rosso e cicoria cimata).

giovedì 3 aprile 2008

Riso?!

Beh... ogni tanto sono un tipo ripetitivo. Ogni tanto mi dimentico di andare a capo. Ogni tanto mi si disattiva il cervello e gli occhi gli trasmettono immagini che per lui non possono significare: occhio e cervello si comportano (in this case) come alcune mie colleghe... una percepisce ma non significa... un'altra significherebbe, ma non percepisce... tilt della comunicazione. Ogni tanto, dicevo, fantasia e capacità di immaginare mi abbandonano lasciandomi temporaneamente incapace di creare. Ogni tanto quindi mi metto a svuotare sistematicamente tutto il reparto "penne" e mangio solo quel tipo di pasta fino ad averla finita. Ogni tanto mi consolo raccontandomi che si tratta di bisogno di space-cleaning: fisico e mentale; allora mastico il boccone del consolo e mi faccio i complimenti per come riesco a complicare le cose semplici.

Ogni ogni tanto scritto sopra era per perorare la causa della settimana del riso. Ancora una ricetta con riso (infatti!). Tre risi per la verità: riso baldo integrale + riso rosso selvatico integrale + riso nero selvatico ammollati alcune ore poi cotti con asparagi.

Ingredienti:
1/2 bicchiere di riso misto (ammollato come al solito)
1 + 1/2 bicchiere di acqua
sale
un grosso mazzo di asparagi tagliati a tocchetti lasciando le punte un po' lunghe
tekka*** (facoltativa, utile per chi non mangia formaggio)

Svolgimento: mettere sul fuoco il riso e tutta l'acqua e portare a bollore lentamente; dopo dieci minuti di cottura (a fuoco bassissimo con coperchio) aggiungere gli asparagi e il sale (o il dado o altro insaporitore o esaltatore di sapidità). Continuare la cottura per altri venti minuti controllando che l'acqua non evapori del tutto. Impiattare. Aggiungere sul piatto un po' di tekka***.

TEKKA (?!): è un condimento giapponese - ricco di minerali e vitamine - il cui nome significa "radice di ferro"; viene prodotta con carote, bardana, radice di loto, hatcho miso, radice di zenzero e olio di semi di sesamo lungamente cotti e macinati. Ha un sapore forte e salato; è energizzante e riscaldante.

Poiché la moderna alimentazione ci fa spesso esagerare con i cibi raffinati, i grassi e (spesso a causa di diete con nomi sostantivanti) le proteine, è bene organizzarsi un minimo istituendo magari il "whole-eating" day: traduzione in dialetto reggiano "incòo magnòm intregreel", giusto per ristabilire la via del rifugio. In questa direzione la tekka è un valido aiuto (ogni tanto a piccolissime dosi, vale il principio di non esagerare nemmeno nell'estremismo salutistico, che poi si corre il rischio, come dice mia zia Nella, che scampiamo tutti e ci viene del fisso).

martedì 1 aprile 2008

Mi è tornata voglia di leggere: alto indice glicemico...



Il titolo suggerisce qualcosa? Beh, complici il sole tiepido e le pulizie di primavera nella mia libreria (ho trovato alcuni titoli non letti! Li avevo comprati e dimenticati...) mi è tornata voglia di leggere e ho pochissima voglia di cucinare due volte al giorno. Lunedì sera ho preparato una tipica insalata di riso (vegan, minimalista e con poca attenzione a cosa fosse di stagione e cosa no): volevo che mi facesse sia da pranzo che da cena per il giorno dopo. Missione compiuta!

Ingredienti:
1/2 bicchiere di riso integrale precedentemente ammollato per alcune ore
sei olive nere e sei olive verdi (anche otto)
una scatolina (saranno 60 grammi circa) di mais dolce
una carota e un pezzo di sedano rapa tagliati ad arte (con quell'aggeggio che fa le onde)
cipolline e cetriolini sott'aceto (i miei erano in aceto di mele)
funghi champignones affettati
qualche cimetta di cavolfiore
1/3 di peperone a pezzetti
quattro cucchiai di piselli surgelati
aceto di mele
sale e olio extravergine d'oliva (un cucchiaio)

Svolgimento: mentre il riso cuoce a fuoco basso (non possiedo la pentola a pressione, mi ci vogliono almeno 35 minuti in questa stagione) in acqua pari a 3 volte il suo volume, taglio i cetriolini, affetto le olive, scolo il mais (lo sciacquo anche...) e mescolo tutto alle cipolline e all'olio per insaporire. Carota, sedano rapa, piselli, cavolfiore e peperone sono stati sbollentati alcuni minuti (in quest'ordine aggiungendo ogni ingrediente a distanza di due minuti uno dall'altro) in acqua salata e acidulata con poco aceto di mele; li ho poi raffreddati sul davanzale... quindi aggiunti alle olive e co. Per i funghi ho usato il solito modo: trifolati! Non ho però messo prezzemolo. Il riso, se tutto va come deve, cuoce assorbendo l'acqua. Si può far raffreddare spianandolo e sventagliandolo come si fa per il riso del sushi: io l'ho passato sotto il getto dell'acqua fredda.
Mescolare il tutto e lasciar padire in frigo fino al primo languore.

L'insalata di riso è uno dei miei piatti favoriti. Mi piace perché è democratica e si presta ad ogni tipo di personalizzazione e... ha pazienza! Ti aspetta in frigo senza languire.