Ho la pressione alta.
Sarà causa del freddo improvviso vasocostrittore e ingolfante?
Sarà causa del mio smodato amore per il
sale, i cibi salati e le costanti incursioni nel favoloso mondo delle patatine?Sarà lo stress? (Ma quale?!)
Fatto sta che ora sono in difficoltà, perché nel mio immaginario gastronomico ci sono solo pietanze saporose, vivacemente inclini al sale di sodio dell'acido cloridrico. Al solo pensiero i battiti accelerano. Che schifo, sono schiava della gola e finirò all'Inferno come Ciacco, fiaccato da una pioggia battente a mangiar fango!
Data la mia non impossibile età, pare si possa riportare tutto sotto controllo con poco sacrificio: escludere il sale dalla mia vita. Almeno per un po'. Escludere il tè nero. Questo non è difficile, bevo mentre scrivo
Da tre giorni mangio insipido... risultato? Vita scipita, aria afflitta e pensiero costante, ossessivo, stupendo:
voglio fare il bagno a bocca aperta nel Mar Morto!
Che fare per distrarre il flusso di coscienza che convoglia ogni anelito al salino?!Potrei ricominciare a leggere, perché quando mi sento stimolata intellettualmente sono meno facile alle ossessioni della gola...
Ma non ho libri interessanti, cioè dovrei leggere
qualcuno degli orfani di carta inchiostrata che ho incautamente acquistato di recente... li ho abbandonati in giro per casa - vicino al telefono, sulla mensola del camino, dietro il termosifone del bagno, sul tavolino accanto al letto, nel cruscotto della macchina, sotto il fornetto elettrico in cucina... - così che
magari a furia di vederli finisce che li leggo, giusto per levarmeli dalle pa**e!)... ogni tanto funziona! Ho fatto fuori un acquisto incauto in vacanza, perché era il solo esemplare che avevo messo in valigia. Lo avevo comprato in primavera (se non ricordo male), perché mi era piaciuto il titolo:
L'eleganza del riccio.

Avevo letto subito i primi due capitoli (più e più volte, cercando di capire come mai l'autrice avesse così tanto bisogno di farci sapere quanto - effettivamente - sa di filosofia). ma lo avevo abbandonato, senza alcun senso di colpa sul tavolino accanto al letto. Il fatto che fosse accanto al letto non voleva dire nulla: i libri che sto effettivamente leggendo, di solito stanno
sul letto o
nel letto.
C'è una bella differenza, capite bene. Lo avevo nascosto sotto l'incauto acquisto numero due (l'ultimo di
Pulsatilla, comprato solo perché ha una copertina fantastica... ma questo, lo capisco ora dopo averne letto una decina di pagine, è il suo solo pregio).
(...?)Ah, sì!
In vacanza ho poi letto
(in due giorni) L'eleganza del riccio
ed ho pensato... il romanzo si lascia leggere, ma a parte alcuni passaggi divertenti e ben scritti e la succulenta descrizione di una cena giapponese, non toglie il sonno. Poiché non m'ero portata altro e non avevo intenzione di comprare in loco (memore della marea di orfanelli sparsi per casa), ho accettato lo scambio con un romanzo di Fabio Volo,
Il giorno in più. Ed ecco l'happy end: dopo averlo finito ho rivalutato il romanzo della Barbery!
Niente di personale... quello di Volo mi pare la rielaborazione (fatta da o con un buon editor, che a Mondadori certo non mancano)
erotico-tormentata di un romanzo stile Harmony. Davvero esilaranti alcuni passaggi post-digestione che filosofeggiano di escatologia applicata al quotidiano. Per fortuna Volo è un uomo intelligente e, mi dico, scrive perché è importante segmentare e diversificare il proprio raggio di azione: in agricoltura la rotazione delle colture ha permesso notevoli sviluppi... nella qualità e nella quantità!

Qualche volta in vacanza m'è andata molto meglio: otto anni fa giravo Lisbona leggendo
Viaggio in Portogallo di Josè Saramago, mi ubriacavo delle sue parole, i portoghesi mi parevano tutti belli in modo sinistro e mangiar nulla per una settimana contribuì a creare una sorta di estasi mistica
(era la fame!?) che ancora mi attanaglia quando penso a quella città.
I paragoni rientrano nell'insieme concettuale dei giudizi? Se è così mi asterrò dal continuare...
Vi esorto solo a leggere
le parole di comprensione che Saramago spende per l'italico popolo di elettori... fra un sillogismo e una simpatica pugnalata al nostro amor proprio collettivo!