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sabato 13 febbraio 2010

Ser cappelletto

Prendo spunto da Boccaccio: novella di ser Ciappelletto. Ingegnoso essere umano che gabba gli sciocchi borghesi... manda i santi all'inferno e costringe Dio a santificare un peccatore. Un trionfo del rovesciamento e dell'antifrasi. Come i miei cappelletti vegani.


Quando ero piccola stavo fra i piedi a mia madre ogni volta che faceva i cappelletti. Anche mentre faceva il ripieno (pesto): mortadella, prosciutto crudo e carne macinata mista fatta cuocere insieme a un po' di concentrato di pomodoro e verdure che poi toglieva... io giravo con il cucchiaino e ne fregavo q.b. e giudicavo. Aggiungeva poi parmigiano reggiano, noce moscata, chiodo di garofano e cannella. Non si tratta della ricetta tradizionale di Reggio Emilia: non mi ha mai saputo spiegare come mai le i li fa così diversi dalle sue sorelle.


Non mangiare cappelletti è un sacrificio intollerabile per un reggiano. Ce li abbiamo nel sangue.
Li ho fatti spesso da vegetariana (la versione "di magro" che mi madre mi diceva essere tipica dei tempi di miseria nera... senza carne!). Da vegana ho dovuto telare.

Però... che fatica! La settimana scorsa ho aperto un incauto acquisto: porchetta di seitan, muscolo di grano. Una vera presa per i fondelli. Seitan (che a me non piace tanto, NDR) ripieno di peperoncino.
Ieri ne ho decretato la fine: l'ho tritata insieme a quattro wurstel di tofu (buoni davvero), ho aggiunto noce moscata e lievito alimentare in scaglie e l'ho fatta riposare una notte.


La sfoglia invece l'ho fatta usando mezzo chilo della fantastica semola di grano duro del Senatore Cappelli addizionata di cento grammi di farina di lupini. Per il resto solita procedura.

Sentito ringraziamento a Laila e Fosca per avermi aiutato a stendere e piegare!

domenica 29 marzo 2009

Emerenc, la pasta e il cavolfiore (casualmente insieme, benché separati)

Io sono un tipo riservato. Molto. Raramente mi lascio andare a confidenze liberatorie o anche solo a minime aperture. Alcuni giorni fa, in un improvviso accesso di cemeratismo, ho sussurrato a un sodale: "Più un libro mi piace e più lentamente lo leggo (per farlo durare a lungo)". E' qualcosa che definirei vagamente patologico. Un attaccamento. Magari è una metafora del rapporto che più lungamente riesco a intrattenere!
Da qualche mese tengo sotto al cuscino La porta di Magda Szabo. Emerenc è la luce e l'ombra che governa ogni pagina, ogni gesto e ogni parola. Lo tengo sotto il cuscino e ogni tanto faccio marcia indietro di qualche pagina per rileggere alcune frasi. Sono determinata a farmelo durare a lungo.

Mi capita di fare così anche con il cibo. Se una pietanza è buona innesto la masticazione bradipo, passeggio le posate nel piatto per osservare, sentire e gustare meglio.
Mi capita di fare così con la pasta condita con il parmigiano fake (solo mandorle e sale finemente frullati nel mixer). Non disdegno di fare altrettanto con il cavolfiore arrostito.

CAVOLFIORE ARROSTITO
(PENNE VERDI CON PARMIGIANO FAKE SULLO SFONDO)

INGREDIENTI PER IL CAVOLFIORE ARROSTO:
un cavolfiore (ridotto in cimette)
il succo di un grosso limone
due cucchiai di olio extravergine d'oliva aromatizzato all'aglio (o uno spicchio d'aglio tritato)
sale (q.b.)
pepe di Szechuan (non è un vero pepe... è meno piccante e il suo retrogusto mi pare fresco, tipo limone o addirittura menta: da provare!)
PREPARAZIONE: riscaldare il forno a 220°; marinare brevemente le cime di cavolfiore nel succo di limone, olio aromatizzato, sale e pepe. Infornare e cuocere per 15/20 minuti (meno se il cavolfiore è molto tenero).




NB: le penne sono semplice pasta di semola agli spinaci, con il delizioso fake parmigiano. Come faccio a trovare deliziosi i fake? Boh, ho spirito di avventura... nonostante la strada nuova appaia sempre più impervia, magari oscura o di ripiego, mi racconto la favola e - incredibile - ci credo pure!

venerdì 13 marzo 2009

Sedano rapa in guisa di patate...

Il sedano rapa è una verdura globosa, bitorzoluta e di aspetto grottesco. Il ciuffo verde, se ne è corredata, ha davvero sapore di sedano; la radice, secondo le mie papille gustative, no. Lo compro spesso e cerco ogni volta di inventarmi un modo non troppo consueto di cucinarlo. Mi piacciono le sfide... anche se non sempre le vinco!
L'ho provato crudo: lo trovo senza lode e senza infamia, discreto se marinato con aceti aromatizzati e aspri. Molto spesso lo metto in minestre e zuppe (ha una bella consistenza). Qualche mese fa (la foto risale allo scorso autunno) ho provato a trattarlo come fosse una patata.

SEDANO RAPA

INGREDIENTI:
un sedano rapa a bastoncini
olio extravergine d'oliva aromatizzato all'aglio (q.b.)
sale affumicato
PREPARAZIONE: saltare il sedano rapa in padella con un cucchiaio di olio caldo, fino a cottura completata. Salare a piacere.

RISULTATO: buono, morbido e delicato.

venerdì 27 febbraio 2009

Connessioni instabili e la solita minestra

A fine Novembre 2008 la mia linea adsl si è evoluta.
La moglie di un mio collega lavora per la compagnia telefonica che mi fornisce la connessione. Ovviamente, ogni volta che in ufficio abbiamo problemi in questo campo tartassiamo lui per arrivare a lei. Io tartassavo perché volevo andare più veloce.
Tanto ho fatto, tanto ho detto che ho ottenuto un upgrade a velocità (nominale) pari a 7 mega.
Non lo avessi mai fatto... per un mese e mezzo il mio PC si è regolarmente piantato dopo due minuti di connessione... Secondo l'azienda delle meraviglie* e le sussiegose operatrici di call center io ero connessa... non c'erano problemi. Davvero. Doveva per forza essere un problema del PC.
In dicembre mi sono concessa due affidamenti del PC al tecnico. Una settimana ogni volta. Non ha nulla: davvero (esito prima passata); ha un problema gravissimo (seconda passata)... se devi salvare qualche dato ti consiglio di comprare un hard disk esterno (per salvare i dati ci ho messo tre settimane, perché il PC si piantava ogni due per tre).
Intanto passava natale e io mi sono regalata un piccolo portatile nella speranza che il PC non fosse poi davvero grave.
Risultato: avevano ragione le operatrici di call center e la moglie del mio collega. In parte.
Sì, perché alla fine si è scoperto che il mio vecchio modem era rincitrullito dall'alta velocità! Ora possiedo un hard disk esterno, un router, un PC sempre connesso (potenzialmente, ma io lo spengo) e un portatile con quale, grazie al modem-router posso leggere la posta elettronica anche in bagno.

Ringrazio tutti quelli che fra la fine del duemilaotto e l'inizio del duemilanove hanno continuato a passeggiare in questo blog nonostante da qui altro non potesse venire che silenzio e vecchie storie.
Aggiungo un paio di notizie: mia madre si è ripresa bene da una operazione alla schiena per la quale eravamo tutti molto preoccupati e la mia gatta è morta.

CREMOSA PALLIDA
(sostiene il finocchio...)


Ingredienti:
una manciata di fagiolini (tagliati in pezzetti diagonali)
due scalogni affettati
un finocchio affettato
una patata a pezzi
un gambo di broccolo a pezzetti
sale alle erbe
un cucchiaino di olio extravergine d'oliva
acqua di cottura della pasta integrale** (tenuta appositamente, oggi a mezzogiorno, ci avevo cotto orecchhiette e broccoli)
un paio di pomodorini sott'olio
crostini di pane integrale
Procedimento: far soffriggere le verdure per cinque minuti, salare, aggiungere l'acqua e lasciar sobbollire per cinque o sette minuti. Frullare fino a ridurre in crema (ho tenuto da parte solo qualche pezzetto di fagiolino). Impiattare, aggiungere un paio di pomodorini, i faglioni tenuti a parte e i crostini.
Per questa minestra mi sono liberamente ispirata alla cremosa bianca di un nota industria che congela i salti in padella.

*fornitore della connessione nomata Alice

**Perché tengo l'acqua di cottura della pasta integrale? Per utilizzarla per le minestre, minestroni o zuppe di miso. E' ricca di fibre, di sali minerali e anche di amido.

mercoledì 19 novembre 2008

Chips di pastinaca


Non mangio patatine (quelle del sacchetto, industriali, unte e salatissime) da tre mesi.
Mi sento come una alcolizzata che incide tacche sul muro.
Non esiste una anonima patatosi. Se esistesse avrei la tessera numero 1, parteciperei alle riunioni del lunedì e proclamerei con orgoglio la mia sobrietà da patatine. Invece... ho fatto il richiamo (come per l'antitetanica) a suon di patatine di pastinaca!

INGREDIENTI:
due grosse pastinache affettate a mano (non uniformi)
un cucchiaio di olio extravergine d'oliva
salamoia bolognese secca (rosmarino, aglio, sale), poco origano e pepe bianco

>> Accendere il forno a 200°C (il mio è ventilato)
>> condire le fettine di pastinaca con olio, sale e aromi
>> infornare per dieci/quindici minuti

Non ho nemmeno dovuto girarle! Se tagliate sottilmente diventano più secche (quindi più patatose).
Ho completato il pasto con un riso integrale al cavolo nero (fatto come si fa quello di spinaci). Che ho dimenticato di fotografare...

sabato 8 novembre 2008

ERBAZZONE VEGAN

Dell'erbazzone si parla solo bene.
E' buono.
Saporito.
Conviviale.
Popolare (L'erbazzone veniva cotto nel forno del pane in un grande stampo rotondo di rame, detto “al sol”. La pietanza era così popolare ed amata dai reggiani che, a fine ottocento si tenevano gare, indette dalle cooperative per realizzare il miglior erbazzone, alle quali partecipava tutta la comunità.).
Vario ed eventuale.
Si presta come antipasto (tradizionalmente nello stesso piatto con altri prodotti tipici emiliani). Si presta come piatto unico.
Prima di diventare intollerante ai latticini ho mangiato con voluttà quello di un fornaio fantastico che non usava strutto o lardo.
Poi per anni l'ho evitato come la peste, perché solo l'odore mi fa svenire di desiderio!
... ma da quando ho iniziato a produrre i miei FALSI d'autore (i fake), ho pensato e ripensato a come riprodurre un erbazzone fake. Ho provato moltissime varianti (alcune inenarrabili) ed ora sono invece lieta di mostrare il mio miglior fake:

Per la pasta ho usato la ricetta di Mikamarlez, che per me è oramai diventata un classico, una certezza! Unica variazione: uso la farina di semola di grano duro, perché scrocchia!
Oggi quindi mi dilungo solo sul ripieno, perché per il resto il procedimento, i tempi di cottura e la forma della torta non mi sono ancora decisa a variarli (stavo pensando però... se tiro la pasta con la macchina per la pasta... ottengo dei rettangoli che saranno porzionabili in modo più adatto a, per esempio, esigenze di trasporto per pranzo in ufficio o per la conservazione in freezer!). Le spiegazioni dettagliate per la pasta le trovate quindi da Mika o cliccando su classico e/o certezza che ho linkato alle mie due precedenti pubblicazioni di torte salate.

R
IPIENO ERBAZZONE VEGAN:
un chilo di spinaci e/o bietole cotte (meglio se misto e da cotto peserà molto meno) tritate a coltello
uno spicchio di aglio in camicia
uno scalogno tritato finemente
alcuni cucchiai di pane grattugiato
tre cucchiai di tofu silk (morbido, cremoso)
tre cucchiai di lievito alimentare in scaglie
un cucchiaio di olio extravergine d'oliva
un pizzico di sale
PROCEDIMENTO: far imbiondire l'aglio nell'olio, aggiungere lo scalogno (togliere l'aglio), rosolare brevemente, aggiungere il pane, rosolare ancora e, infine, aggiungere le erbette. Mescolare facendo attenzione che il pane non prenda troppo colore (diventerebbe amaro), salare e lasciar raffreddare. La verdure può essere frullata o lasciata a pezzetti (io la preferisco così): aggiungere il tofu, il lievito e mescolare il tutto (meglio se lo si fa con le mani!). Far riposare il tutto una mezzoretta in frigorifero.

Questo tipo di ripieno assomiglia (ho detto assomiglia, mica è uggggguale!) al ripieno per i tortelli verdi che faceva mia madre (con parmigiano, ricotta e un'idea di noce moscata)... io ci ho fatto pure i cannelloni.

domenica 10 agosto 2008

Insalata di cavolo, carote, radicchio rosso, arame marinate e pompelmo rosa

Pranzo ricco di minerali, antiossidanti, calcio e compagnia briscola. Gli ingredienti sono su per giù quelli che affollano il titolo del post...
INSALATA DI CAVOLO, CAROTE, RADICCHIO DI CHIOGGIA, ARAME E POMPELMO ROSA

PER UNA PERSONA
... 1/4 di cavolo cappuccio tagliato a julienne sottili
... una carota affettata con un pela-verdure (a tagliatelle)
... quattro foglie di radicchio a julienne sottili
... spicchi di un pompelmo rosa (pelato al vivo raccogliendo il succo che inevitabilmente si produce durante l'operazione)
... arame marinate (Come? Ammollare le alghe in poca acqua per cinque minuti; cuocerle fino ad assorbimento dell'acqua in cui avrete aggiunto un cucchiaino di shoyu e due di mirin. Si conservano in frigorifero per tre o quattro giorni e sono adatte anche come aggiunta a creme spalmabili)
... due cucchiaini di olio extravergine d'oliva
... un cucchiaino di aceto balsamico di Modena
... cristalli di sale rosa
... pochi semi di sesamo nero
PREPARAZIONE: mescolare le verdure crude in una insalatiera. Mescolare arame e spicchi di pompelmo. Preparare una emulsione di aceto balsamico, succo di pompelmo e sesamo nero: versare sulle alghe e pompelmo. Condire l'insalata di verdura con olio e sale. Unire le due preparazioni.

Completavano il pasto: piccoli wasa e (chi ride fa una brutta fine) mortadella finta. Fake. Tre settimane fa ho ordinato al telefono da un laboratorio di Vicenza (o Padova?!) una consegna di seitan e tofu. Sono super soddisfatta di non dover peregrinare in giro per la provincia alla disperata ricerca di qualche Simil-Naturasì aperto e adeguatamente rifornito. Fra gli altri, succube dell'improvviso amarcord del profumo della mortadella, mi sono lasciata attirare da questo ennesimo FAKE... la mia vita è costellata di falsi, farlocchi, rimpiazzi e succedanei... e, tutto sommato, ne sono quasi lieta!

PS: Vi rammento alcune delle mie precedenti insalate...
Insalata algerina
Insalata di cannellini
Insalata di cous cous
Insalata di barbabietole e carote
Insalata cubista
Insalata riflessiva
Insalata di fagioli del Purgatorio

giovedì 7 agosto 2008

Melanzane crispate (lunga vita alla cotoletta del vegetariano)

Crispare è un non-logismo. Non è un neologismo: si rasserenino all'Accademia della Crusca... mi scappa di giocare un po' con una amica virtuale, che possiede e utilizza un piatto crisp del microonde. Io, che desidero tutto e compro di ogni, ho sempre snobbato il micro e crispo inconsapevolmente!
Tre sere fa ho deciso di affrontare il caldo con le sue stesse armi: ho acceso il forno ed ho fatto le melanzane crispate, che poi mica sapevo che sarebbero venute crispate, in teoria le avrei dovute friggere (FIGURATI... CON STO CALDO!!), ma avevo letto su un sito vegan finlandese (qui) che mi piace tanto, che si possono mettere in forno. Se non puoi combattere il caldo, producilo!



INGREDIENTI PER DUE MANGIONI:
... una grossa melanzana violetta
... mezza tazza - abbondante - di impanatura di mais tostato (di una nota marca di pasta)
... la punta di un cucchiaino di curcuma
... poco curry
... un cucchiaino di paprica dolce
... mezzo bicchiere - abbondante - di latte di soia (per diluire il sostituto d'uovo)
... un cucchiaio di No Egg (sostituto d'uovo)
... sale (a fine cottura)
... olio extravergine d'oliva
PREPARAZIONE: accendere il forno (eh-beh, sì beh!!) a 220°C. Affettare la melanzana precedentemente lavata e asciugata. In una fondina emulsionare No Egg e il latte di soia. Mescolare in una seconda fondina la panatura di mais con le spezie. Foderare di carta da forno una teglia e spruzzare di olio (io uso una oliera spray). Procedere come per normali cotolette: un giro nel non uovo, un giro nella panatura (non pane!) e riposo.
Distribuire sulla teglia e rispruzzare di olio (si tratta di poche gocce sopra e sotto).
Infornare. Dopo un quarto d'ora (e d'ira, data la temperatura della stanza) girare le melanzane e far dorare il lato B.
Salare a piacere. Si suggerisce l'abbinamento con rapanelli e birra (Paulaner o Fisher)!

NB: ho dovuto accendere pure il fornetto elettrico, perchè le fette erano tante...
NBB: sono venute crispate, perchè contrariamente a quanto suggerito dai finlandesi, io ho allungato il tempo di cottura... ho rischiato lo svenimento da ebollizione linfa-sangue, ma mi sono piaciute da matti.

sabato 14 giugno 2008

Futomaki al farro (l'arte del riciclo, del falso e dell'arrampicarsi sugli specchi...)

Giovedì sera, per la prima volta in vita mia, ho mangiato cibo giapponese "vero". Così mi sono ricordata di un esperimento (ne ho altri, documentati, ma accantonati... tipo il tofu autoprodotto... coming soon!) di qualche tempo fa, che non avevo mai voglia di postare...
Da tempo possiedo un sacchetto di farina di ceci. L'ho comprata per fare la farinata o magari le panelle... forse anche la cecina... Due mesi fa ci ho provato per la prima volta, sperando di ottenere un qualcosa di commestibile anche solo lontanamente simile a una qualsiasi delle tradizionali ricette che usano questo ingrediente...mi sarei accontentata di riuscire a mettere inseme delle frittelle di ceci. Ho seguito le istruzioni contenute nella ricetta di una nota cavoletta di Bruxelles... ma non ho uno stampo adatto! Me ne sono resa conto la sera del venerdì raccontando alla mia amica Marina i miei programmi per la mattina successiva: le mie vengono buone, mi ha improvvisamente detto, perché ho la teglia giusta. E che teglia ci vorrà mai?! Eh, una seria di rame, mica una delle tue di teflon leggere come la carta da forno... Mi sono lasciata spaventare... e ho cotto la mia non-farinata in padella... come fossero crêpes sottilissime e a quel punto ho stravolto i miei piani per il pranzo di quel sabato... Futomaki di farro!
Il fatto è che avevo del farro spezzato cotto in frigorifero e alcuni nuovi acquisti giapponesizzanti in attesa di essere testati.


Ingredienti per otto futomaki farlocchi
... due fogli di alga nori
... una tazza di farro spezzato precotto (ma io lo rifarei anche con altri cereali!!)
... crêpes di farina di ceci (chi può userà frittata!) ridotta a tagliatelle
... una carota a bastoncini
... pochi germogli di soia
... uno spicchio di Tropea
... mirin (una sorta di vino dolce fermentato, a base di riso mochigome al vapore)
... salsa di soia
... acidulato di riso
... rosmarino fresco
Procedimento: marinare i bastoncini di carote, i germogli e lo spicchio di cipolla con acidulato di riso, un poco di soia e il rosmarino tritato fine. Nel frattempo mettere un po' di mirin nel farro e mescolare. Mettere un foglio di nori su di un tagliere (sul quale ho messo un foglio di cellophane per poi poter arrotolare l'alga più agevolmente), inumidirsi le dita e stendere uniformemente il farro, pressando bene (non è compatto come il riso!), disporre al centro, per tutta la lunghezza da destra a sinistra, un fila o due di bastoncini di carota, fettine di cipolla e tagliatelle di farinata. Chiudere il tutto arrotolando su se stesso con l'aiuto del cellophane, stringendo il più possibile. Non sono proprio riuscita a dargli una forma cilindrica!! Ripetere con il secondo foglio di nori. Tagliare a metà ciascun rotolo e ciascuna metà a metà. I germogli di soia sono finiti nel piatto con le poche carote rimaste (le ho mangiate mentre impiattavo!) come decorazione commestibile. Su ciascun futomaki ho poi versato poche gocce di salsa di soia (e per colpa sua il farro si è un po' slegato).

Perché mi arrampico?
  1. non avevo il wasabi
  2. non sarò mai in grado di finire la farina di ceci prima che scada (anche se mi hanno suggerito di usarla al posto dell'uovo per impanare le cotolette... avete altre idee?!)
  3. mancavano anche gli insalatini di daikon o zenzero o cetriolo...
  4. per questo mi autodenuncio come baro, da qui l'appellativo fake (falso... farlocco!!)
Però...










... che buoni!! Viva i farlocchi.