La via del rifugio mi è sempre piaciuta per quella nota amara, supina e sonnolenta: il registro espressivo cambia in continuazione, ma prevale l'ironia che danza fra le quartine... certo è che stesi sul trifoglio non sempre si hanno visioni positive della vita (magari sarà colpa dell'umidità).
Le tre colombe in testa spezzano il mio caos mentale e, con un atto arbitrario (che nulla ha a che vedere con l'analisi di una poesia), creano ordine improvviso nella nebulosa e mi viene da sorridere... trovo un nome per questa cosa e comincio a scrivere, senza sapere se, almeno per una volta, sarò capace di perseverare!
sabato 26 gennaio 2008
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