martedì 29 luglio 2008

Se bastasse un solo lampone...

...e invece non basta!
Per fare un frullato nutriente e buono io parto dai frutti di bosco. In questo periodo i miei preferiti sono lamponi e ribes rossi.
Ecco una non ricetta, veloce e super-saziante, alla quale ricorro spesso con minime variazioni, se ho un attacco di pigrizia culinaria (di palato e d'opera).

INGREDIENTI:
... mezza banana
... un bicchiere di latte di soia
... un pizzico di vaniglia bourbon
... un cestino - più o meno cento grammi - di lamponi/ribes rossi (preferibilmente congelati per ottenere l'effetto cubetto di ghiaccio, cioè cremosità del frullato)
... mezzo cucchiaino di germe di grano
Frullare gli ingredienti per un paio di minuti.
A me piace denso!

lunedì 28 luglio 2008

Bietole affogate

In Emilia la bietola o bieta o erbetta o coste è un ingrediente preziosissimo.
Serve per il ripieno dei tortelli verdi (e nessuno mi leva dalla zucca che sono i più buoni del mondo, anche quelli riveduti e corretti con tofu al posto della ricotta e senza parmigiano reggiano sono fantastici - d'accordo, il sapore è diverso, ma si ottiene una deliziosa approssimazione a quelli della mamma con poco sforzo e niente colesterolo!).
Serve altresì per il super ospite di tutti i bar lungo la via Emilia: l'erbazzone, torta salata di cui vi ho detto in precedenza.
Fine.
Nel senso che al massimo, se le coste sono bianche e grosse potete anche farci delle cotolette vegetali (buone).
Se proprio avete una pruderie o qualche scrupolo di carattere decorativo o proto-salutista, insistendo potete trovarli ripassati in burro e formaggio parmigiano, che è il massimo del contorno tradizionale emiliano.
Insomma in Emilia, la bietola e il parmigiano fanno coppia fissa da generazioni.
Il fatto è che da sole, diciamocelo, sanno di pioggia nel pineto. Sanno di vegetale per antonomasia. Alla lunga, anche se le annegate con limone, aceto di umeboshi, aceto di lampone, vinagrette agrumate e insenapate a dovere, rischiate di volere voi il divorzio dalle bietole.

O almeno a me è capitato.
Poi però ho trovato una ricetta che ha fatto da consulente matrimonniale e, sì ora le cose vanno meglio, ci parliamo, al supermercato le palpeggio con un certo trasporto e quando l'orto di babboziiviciniamici produce bietolecostebieteerbette sono abbastanza lieta.

BIETOLE AFFOGATE
di Funghi e Bambù

INGREDIENTI
(come indicato da MissPadme su Funghi e Bambù)
bietole fresche intere
pomodori pachino
aglio e olio extravergine d'oliva (io ho usato io mio solito olio infuso con tanti spicchi d'aglio)
pepe (io non l'ho messo)
sale
(volendo peperoncino, io non l'ho messo)
PROCEDIMENTO: lavare attentamente le bietole e, senza spezzarle, metterle in una casseruola con tutti gli ingredienti e abbondante olio (diciamo tre cucchiai per un contorno da due persone, con un mazzo da ca. un chilo di erbette). Chiudere con coperchio e lasciar cuocere a fiamma bassissima (anche con spargifiamma, eventualmente) per circa mezz'ora senza mai aprire la casseruola. Le bietole cuocendo affogano nel liquido che si forma: è buonissimo, una specie di brodo che elimina quasi totalmente (sarà il pomodoro?) il sapore legoso delle bietole.
Sono buone calde, ma io le adoro fredde. Serving suggestions: servire con pane integrale tostato!


lunedì 21 luglio 2008

Ripescaggio vecchia ricetta in un bicchiere (per partecipare alla raccolta differenziata organizzata da Morettina!)


Voglio partecipare pure io al Palio delle ricette nel bicchiere organizzato da Morettina!
Ho una ricetta in canna: una delle prime che ho pubblicato. Si tratta di una insalata di verdura - punto. Punto nel senso che è tutto qui... la mia INSALATA CUBISTA!

venerdì 18 luglio 2008

Ingredienti estivi, ricetta... da cuocere in forno!

Qualche volta si fanno cose incomprensibili, tipo infornare lasagne il 15 di luglio.
Tutto è cominciato con un paio di zucchine giganti dell'orto di mio padre... sorelle di altre zucchine di dimensioni varie che - tuttora - occhieggiano dal frigo in attesa di dare un senso alla loro vita da flora edibile.
Stufa di mangiare zucchine trifolate, marinate, arriminate, tribolate, crude o affogate, ho deciso di concedermi un supplemento di essudazione preparando qualche porzione di lasagna (parte da congelare...).

LASAGNE DI ZUCCHINE
... otto sfoglie di lasagna (recuperando dal freezer un avanzo di pasta)
... due grosse zucchine all'origano di Pantelleria (zucchine a cubetti saltate in padella con olio extravergine d'oliva, uno spicchio d'aglio - poi tolto -, sale e origano secco) - in parte frullate*
... poca besciamella light (250 ml di latte di soia + 25 grammi di farina + pepe e sale = mescolare gli ingredienti a freddo con una frusta, quindi portare ad ebollizione e cuocere fino al raggiungimento della densità desiderata)
... due cucchiai di olio extravergine e sei cucchiai di pane grattugiato (per il fondo e la superficie delle lasagne)
... lievito alimentare in scaglie (da mescolare alla copertura, in sostituzione del Parmigiano Reggiano, per me off-limits)
PREPARAZIONE: accendere il forno a 200°C; lessare le lasagne qualche istante e riporle su di un canovaccio asciutto. Mescolare le zucchine frullate* alla besciamella. Foderare di carta da forno uno stampo rettangolare, stendere un poco di pane e un filo d'olio sul fondo della teglia, seguitare alternando lasagne e zucchine fino a terminare gli ingredienti; ricoprire l'ultimo strato di zucchine con pane grattugiato, lievito alimentare e olio. Cuocere per trenta minuti circa (a me piacciono secche... le ho cotte cinquanta minuti, spegnendo il forno per gli ultimi dieci minuti di cottura). Credo che Annamaria-Unika le definirebbe arruscatielle! Io ne vado pazza... più arruscatiellizzano e più mi piacciono.

sabato 12 luglio 2008

L'ossessione... quando tutto il resto fila liscio e il farlocco sale in cattedra.

Proteine (oggi).
I vegetariani e i pari loro rischiano quotidianamente di assumere una quantità insufficiente di proteine. O se vanno bene come quantità sono povere dal punto di vista nutrizionale.
Mi sento ripetere questa solfa una volta di troppo ogni giorno.
In linea di massima non ho nulla contro la ripetizione: coadiuva l'apprendimento di una nozione, fissa un movimento mentre impari un passo di danza, insomma repetita iuvant! Non provo fastidio verso chi la pensa diversamente da me: ho l'ingenua convinzione che le differenze arricchiscono, guarda un po'!
Però, uffa, in cattedra c'è quotidiano sovraffollamento, mentre io esigo di rimanere al mio banco e imparare (eventualmente sbagliare, reato depenalizzato nella sempre magnanima Italia).


Prendo in prestito E lasciatemi divertire da Palazzeschi (L'incendiario, 1910)... immaginate che all'Io poetico venga sovrapposto il libero arbitrio proteico (costrutto che ancora non si è laureato tropo letterario) e rimanga invece immutato lo scetticismo del pubblico:

Tri, tri tri
Fru fru fru,
uhi uhi uhi,
ihu ihu, ihu.

Il poeta si diverte,
pazzamente,
smisuratamente.

Non lo state a insolentire,
lasciatelo divertire

poveretto,
queste piccole corbellerie
sono il suo diletto.

Cucù rurù,
rurù cucù,
cuccuccurucù!

Cosa sono queste indecenze?
Queste strofe bisbetiche?

Licenze, licenze,
licenze poetiche,
Sono la mia passione.

Farafarafarafa,
Tarataratarata,

Paraparaparapa,
Laralaralarala!

Sapete cosa sono?
Sono robe avanzate,
non sono grullerie,
sono la... spazzatura
delle altre poesie,


Bubububu,
fufufufu,
Friù!
Friù!


Se d’un qualunque nesso
son prive,

perché le scrive
quel fesso?

Bilobilobiobilobilo

blum!
Filofilofilofilofilo
flum!
Bilolù. Filolù,
U.

Non è vero che non voglion dire,
vogliono dire qualcosa.
Voglion dire...
come quando uno si mette a cantare
senza saper le parole.

Una cosa molto volgare.
Ebbene, così mi piace di fare.

Aaaaa!
Eeeee!
liii!
Qoooo!
Uuuuu!
A! E! I! O! U!
Ma giovinotto,
diteci un poco una cosa,

non è la vostra una posa,
di voler con cosi poco
tenere alimentato
un sì gran foco?

Huisc... Huiusc...
Huisciu... sciu sciu,

Sciukoku... Koku koku,
Sciu
ko
ku.

Come si deve fare a capire?
Avete delle belle pretese,
sembra ormai che scriviate
in giapponese,

Abi, alì, alarì.
Riririri!
Ri.

Lasciate pure che si sbizzarrisca,
anzi, è bene che non lo finisca,

il divertimento gli costerà caro:
gli daranno del somaro.

Labala
falala
falala

eppoi lala...
e lala, lalalalala lalala.

Certo è un azzardo un po’ forte
scrivere delle cose così,
che ci son professori, oggidì,
a tutte le porte.

Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!

Ahahahahahahah!

Infine,
io ho pienamente ragione,
i tempi sono cambiati,
gli uomini non domandano più nulla
dai poeti:

e lasciatemi divertire!

Ecco, mi sento molto meglio! In effetti, un testo poetico può avere utilizzi pratici diversi da quelli tradizionali... È possibile curarsi con la poesia! Lo ha dimostrato "l'Università del Progetto", qualche anno fa: alcuni testi poetici possono avere effetti terapeutici. A questo scopo sono state messe in vendita delle "confezioni" (scatole, come quelle dei medicinali!)... il nome del prodotto è il titolo della poesia, vengono poi indicati la composizione (quante strofe e che tipo di versi), le indicazioni terapeutiche, dosi e modalità di impiego, controindicazioni e avvertenze. Fra i titoli ricordo Il bove (carducciano rimedio emetico, ripetuta ossessione scolastica...) e La quiete dopo la tempesta (ansiolitico, da declamare ad alta voce prima dei pasti principali!).

Ecco perché io ogni tanto ho bisogno di Palazzeschi! Poi, per tacitare eventuali dubbi sul corretto apporto proteico...


INSALATA TIEPIDA DI ORZO CON FUNGHI E LENTICCHIE

INGREDIENTI:
mezzo bicchiere di orzo piacentino
due funghi shiitake
una manciata di porcini
un piccolo scalogno
dado vegetale in polvere (o simile, comunque senza grassi aggiunti)
qualche centimetro di alga kombu (NB: la mia tiroide è a posto!)
due bicchieri di acqua
la punta di un cucchiano di miso d'orzo (opzionale)
prezzemolo
olio extravergine d'oliva
PREPARAZIONE: mettere in ammollo i funghi in mezzo bicchiere di acqua con la kombu (almeno mezz'ora). Lavare accuratamente l'orzo, affettare lo scalogno e il prezzemolo. Far rosolare alcuni istanti lo scalogno in olio caldo, aggiungere i funghi e la kombu tagliati a listarelle (la kombu può essere lasciata intera e tolta a fine cottura), aggiungere il dado e mescolare, aggiungere l'acqa di ammollo dei funghi e lasciar cuocere a fuoco basso per cinque minuti. Aggiungere l'orzo e il bicchiere e mezzo di acqua rimasto. Cuocere a fuoco basso fino a cottura ultimata (circa trenta minuti). Aggiungere il prezzemolo e il miso stemperato in un cucchiaio di acqua. Spegnere e mantecare aggiungendo poco olio (se avete avuto il braccino corto all'inizio). Lasciar intiepidire...

lunedì 7 luglio 2008

L'insostenibile lunghezza del fagiolino

Forse hanno un nome particolare. Forse, magari, può essere... ma per me sono solo fagiolini lunghi! Che hanno di diverso da quelli tradizionali? Nulla, credo, sono molto lunghi.
(Ripasso: sono lunghi e sono fagiolini!)
Sono molto più verdi (esibizionisti della clorofilla), cuociono rapidamente e (credo) vengono dalla Puglia (NB: questa è una pigra illazione, informazione non acclarata, acquisita come fondata e pertinente perché la fonte è quasi attendibile - mia cugina Roberta - o meglio, io non ho voglia di giocare a fare Magnum P.I.!).















INSALATA FREDDA DI DITALINI INTEGRALI, FAGIOLINI ACCORCIATI, SEMI E REGALINI DEL FRIGORIFERO


INGREDIENTI:
... 70 grammi di ditalini integrali coop (cotti e raffreddati sotto il getto dell'acqua fredda)
... otto fagiolini (fanno come 24 degli altri; cotti insieme alla pasta)
... mezzo cucchiaio di pesto di rucola (il mio senza formaggio)
... quattro pomodorini datterino a rondelle
... semi di girasole e di lino
... alga dulse (polverizzata dopo averla passata in forno a 100°C, dieci minuti, senza ammollo)
Note: è un piatto nel quale il gusto piccante della rucola viene stemperato dai pomodorini e dai fagiolini. La nota acidula del pomodoro ci sta a meraviglia!
(Pubblico questa ricetta ora, perché ho visto le orecchiette di Carla ed ho deciso che mi auto-gemello... no, cioè le sue orecchiette sono molto meno "di corsa" delle mie, ma contengono fagiolini e quindi le sento affini!).


LUNGHISSIMI ALLA PIZZAIOLA


INGREDIENTI:
trenta fagiolini (...issimi, appunto)
un mestolo di acqua di cottura della pasta di cui sopra
tre pomodori pelati
sale q.b.
un cucchiaio di olio extravergine d'oliva con aglio infuso
due cucchiaini di origano secco (o fresco se, beati voi, lo avete!)

Procedimento: schiacciare i pelati nell'olio caldo e rosolare con l'origano per qualche minuto, aggiungere un mestolo di acqua e i fagiolini puliti e spuntati. Cuocere con coperchio per dieci minuti (o più se non piace la verdura soda). Servire freddi!
Attenzione: tentazione di scarpetta in agguato (si consiglia pane integrale, affettato e brevemente tostato ).

venerdì 4 luglio 2008

Dolce... al cucchiaio!

Vi ho mai detto che non mi piacciono molto i dolci?
Sì, molte volte
?!
Davvero...? Oh beh, sapete com'è, a volte perdo qualche colpo.
Questa stasera mi va di cenare con qualcosa di fresco. Senza spignattare... usando il minor numero di beni accessori e facilitanti al fine di limitare anche l'apparecchiatura (ehm... non apparecchio quasi mai).

Per questa ricetta vi serviranno:

un coltello
un cucchiaio
un cocomero sugar baby



Fatto!

Un piatto, dite?! Oh, va bene, se vi mette a disagio tutta questa mancanza di formalità... prendetevelo da soli, che io ho preparato la cena... E se il menù vi pare scarsino, provate a dare un'occhiata a questa Sagra della Cucombra (in Emilia ogni pretesto è buono per far festa...), dove io potrei giusto leggere il menù e mangiare cocomero!

COCOMERO o ANGURIA: arriva in Europa intorno all'anno Mille, inseme agli avanzi di una qualche Crociata. Forse è originaria dell'Egitto, ma rappresenta ormai un chiaro esempio di integrazione possibile, di assimilazione completa (culturale, gastronomica, sociale, trova terreno fertile...). Cresce bene se ci sono acqua, sole e ampi spazi. Appartiene alla stessa famiglia del cetriolo (cucurbitacee)... in effetti, molto spesso un cocomero non buonissimo ricorda un ottimo cetriolo. Fra i due ovviamente prefiero el pepino!
Il cocomero ha essenzialmente due note caratteristiche:
1- "fa estate"
2- fa fare tanti viaggi nel locale domestico denominato servizio o ritirata (contiene ca. il 93% di acqua).
Contiene meno zuccheri di quanto il suo sapore faccia immaginare, il gusto dolce è dovuto alla naturale presenza di sostanze aromatiche. Contiene qualche vitamina (A e C) e potassio.
NOTA BEAUTY: agevola l'attività intestinale e contribuisce quindi a rendere la pelle più trasparente (le due cose parrebbero avere rapporto di interdipendenza e la cosa non generi equivoci!); la pelle impura migliora, se si strofina la parte bianca sul viso.

NOTA DI COLORE: esiste anche il cocomero asinino , erba perenne (Ecballium eleterium) il cui frutto maturo si apre schizzando i semi (che tipo!).

martedì 1 luglio 2008

Bhaji di cipolle

I Bhaji sono frittelle di cipolla e, come i Pakora, prevedono pochi ingredienti (prevalentemente vegetali) e qualche spezia. Non ho mai nascosto la mia passione per i cibi fritti: con un collega passavamo intere pause-pranzo ad elencare delizie panate e non (fritte), mentre lui mangiava una banana ed io bevevo un thermos di tè.

Qualche settimana fa, ripulendo il reparto farine e legumi della dispensa, mi sono accorta che il sacchetto di farina di ceci che ho comprato lo scorso anno è in scadenza. Mi è presa l'ansia da utilizzo, ho rotto le scatole ai più dotti di voi e ho piatito consigli a dritta e a mancina...
Con la farina di ceci posso fare:
1- farinata(!)
2- pane (mescolandola ad altra farina che contenga glutine) e torte e biscotti
3- impanatura di cotoletta al posto dell'uovo (fantastica!)
4- frittelle indiane (il suggerimento era stato per i Pakora)

Ho trovato tante ricette ed ho elaborato la mia come segue...

Bhaji di cipolle
Ingredienti
... cinque cucchiai di farina di ceci
... otto cucchiai di farina bianca autolievitante
... semi di finocchio (mezzo cucchiaino)
... cumino macinato (poco a casa mia non fa strage di cuori)
... un cucchiaio di curcuma
... due cipolle bianche
... coriandolo o prezzemolo fresco (cinque cucchiai)
... acqua tiepida q.b.
... olio di arachidi
... sale (sulle frittelle, non nell'impasto)

Mescolare in una terrina la farina di ceci e le spezie secche, quindi aggiungere il coriandolo e la cipolla affettata: gli anelli di cipolla devono essere separati e ricoperti di farina. Versare anche la farina autolievitante e mescolare nuovamente. Aggiungere l'acqua a filo, rimestando fino ad ottenere un composto omogeneo che preleverete a cucchiaiate per poi friggere le bhaji. Lasciar riposare mezz'ora. Scaldare l'olio in una capiente padella (meglio wok) e versare il composto a cucchiaiate e girateli dopo uno o due minuti. Le ricette dicevano tutte di friggerli fino a farli diventare marrone dorato... Scolare su carta per fritti (o su sacchetti del pane, se ne trovate ancora di adatti o su carta paglia, se riuscite a convincere l'inserviente del banco gastronomia del super di fiducia a vendervene/smollarvene qualche metro).

Suggerimento: se sapete come si fa (io lo ignoro, per ora) servite con un chutney o con un raita di cetrioli (io mangio sempre ravanelli o daikon con i cibi fritti).

Dedica: dedico le frittelle al lungo isolamento carsico di Mikamarlez, l'Indiana Jeans del fritto subliminale... e della polpettazione eufemistica della zucchina.