Ah, la pasta… come farei senza?! La mangio solo due o tre volte alla settimana, perché la mia indole masochista mi porta a centellinare i piaceri, per gustarli di più!
Per cuocere la pasta non ci vuole una laurea: seguite le indicazioni del pacchetto per i tempi di cottura, ma… scolatela sempre due minuti prima e fate finir di cuocere saltando in padella con il condimento prescelto (e un mestolino di acqua se serve). Così ho fatto anche per gli schiaffoni, che poi sarebbero della famiglia dei paccheri, un formato gigante, gusto proporzionato.
Per il condimento io suggerisco un sugo giotto, capace di nascondersi nella pasta.
Per il ragù alla s-bolognese:
una carota
una costa di sedano
una cipolla bianca
due cucchiai di olio extravergine d’oliva aromatizzato al basilico
(infusione di molto basilico estivo in olio extravergine!)
mezzo bicchiere di vino rosso fermo
passata di pomodoro (ad libitum)
acqua
sale, pepe e due cucchiai di dado (casalingo, in polvere, in pasta…)
Rosolare le verdure tagliate a dadini nell’olio a fuoco medio basso, fino ad appassimento parziale.
Aggiungere la soia ben strizzata, il dado e il pepe. Mescolare accudendo attentamente per cinque minuti. Far sfumare il vino e continuare a mescolare fino quando sarà evaporato. Aggiungere il pomodoro. Continuare a mescolare: aggiungere acqua fino a due dita sopra il livello della soia.
Cuocere per almeno due o tre ore a fuoco bassissimo, mescolando solo quando la curiosità vi porta a sollevare il coperchio. Ogni tanto assaggiate e verificate il livello di liquido (e di sapidità).
Di solito ne faccio molto di più e congelo quello che non mi serve in contenitori mono-porzione.
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