giovedì 13 marzo 2008

Pizza marinara?!

Sabato scorso ero di turno a lavorare e fra una telefonata e l’altra le mie colleghe ed io siamo morte di fame parlando di cibo. Quando sono arrivata a casa avrei mangiato la mia gatta cruda e con la pelle, ma la furbetta mi ha fatto due moine ed io ho dovuto ripiegare sul mio cibo trash prediletto: patatine (vedi in fondo alla pagina, "Come combattere una dipendenza patologica, sensuale, abominevole... ?"), che ho mangiato come fossero ostie consacrate in attesa che cuocessero le verdure al vapore che avevo programmato di mangiare.

Poi ho pensato alla pizza (che aveva popolato abbondantemente i ragionamenti del mattino), al fatto che da anni provo e riprovo a fare in casa qualcosa di commestibile e vagamente partenopeo. Ho recuperato le millanta ricette che avevo scaricato dal web, controllato la dispensa e prodotto quanto segue…

Ingredienti:

700 grammi di farina manitoba

1 bustina di lievito di birra (se Mastro Fornaio, si mescola al tutto senza bisogno di farlo rinvenire in acqua zucchero)

2 cucchiaini di zucchero o malto di mais

1 cucchiaino abbondante di sale

350/400 ml di acqua (a seconda dell’umidità ambientale…)

2 cucchiai di olio extravergine di oliva

Ho perso l’elica della macchia del pane, rotto il coperchio del robot da cucina… ho impastato a mano?!

No, davvero!

Ho usato lo sbattitore, che ha lavorato gli ingredienti per dieci minuti senza particolari sofferenze, salvo il fatto di dover rincorrere recipiente e impasto in fuga sul tavolo.

Avevo messo la farina a fontana in un capiente recipiente, aggiungendo poi sale, malto, lievito secco, olio e acqua (poca alla volta); poi ho infarinato l’impasto e l’ho lavorato qualche minuto sul piano di lavoro, quindi l’ho messo in una capiente terrina, coperto con un asciughino e lasciato lievitare per quattro ore dentro al forno spento (al riparo da correnti d’aria!).

Trascorso il tempo della prima lievitazione ho ripreso l’impasto, l’ho diviso in quattro parti ed ho impastato nuovamente per qualche minuto; la seconda lievitazione è durata due ore.

Ho steso l’impasto in qualche modo (il cerchio è una figura geometrica dopotutto e nulla ha a che fare con la cucina…) e ho guarnito con

  • passata di pomodoro
  • origano
  • sale
  • mezzo spicchio d’aglio a pezzetti
  • capperi dissalati
  • olio extravergine di oliva

poi l’ho infornata a temperatura massima consentita dal forno (almeno 240°C) per circa quindici minuti.

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